Gli Stati Uniti si avviano verso una "disinflazione immacolata"; Regno Unito ed Europa li seguiranno a ruota.
L’occupazione elevata e l’assenza di una contrazione significativa dell’economia hanno eliminato le pressioni sulle banche centrali affinché taglino i tassi d’interesse in seguito al calo dell’inflazione complessiva. Le autorità monetarie possono invece attendere che l’inflazione dei salari scenda al 3-4%, un livello in linea con i loro obiettivi di inflazione a lungo termine del 2%.
Riteniamo che negli Stati Uniti l’inflazione salariale sia già a questi livelli e che quindi, quando i dati arriveranno, la Federal Reserve (Fed) sarà la prima a tagliare i tassi. Anche la Banca centrale europea (BCE) dovrebbe potersi aspettare notizie migliori sui salari prima della riunione di giugno. La Bank of England dovrebbe attendere ancora, dato che l’inflazione salariale rimane elevata nonostante il netto calo dell’inflazione complessiva dei prezzi al consumo.
Tuttavia, qualche mese di ritardo prima dell’inizio dei tagli dei tassi potrebbe non avere molta importanza per i mercati e i consumatori se i tassi d’interesse a lungo termine scenderanno in previsione di un ciclo prolungato di tagli dei tassi. Continuiamo quindi a prevedere una ripresa della crescita economica. Le valutazioni delle obbligazioni sono interessanti, ma la combinazione di tagli dei tassi e crescita economica sosterrà anche i guadagni del mercato azionario.
Figura 1: Rapido calo dell'inflazione di fondo
Fonte: Columbia Threadneedle Investments e Bloomberg, al 26 febbraio 2024
Gli Stati Uniti si avviano verso una "disinflazione immacolata".
L’economia statunitense sta incontrando alcuni ostacoli, come la ripresa dei rendimenti obbligazionari che erode i precedenti tagli dei tassi ipotecari. Ciò ha intaccato la fiducia dei consumatori e, malgrado gli indici dei responsabili degli acquisti (PMI) ancora positivi, i segnali di una riaccelerazione scarseggiano.
Tuttavia, la debolezza di alcune aree dell’economia statunitense potrebbe contribuire a contenere l’inflazione dei salari. Di conseguenza, nelle economie sviluppate la Fed sarà probabilmente la prima autorità monetaria a tagliare i tassi d’interesse. L’economia sarà sostenuta anche dal circolo virtuoso del calo dell’inflazione che fa aumentare il reddito reale ed è favorito dalla moderazione delle richieste salariali, che a sua volta fornisce margine di manovra per i tagli dei tassi.
Figura 2: Il PMI del Regno Unito avanza
Fonte: Columbia Threadneedle Investments e Bloomberg, al 26 febbraio 2024
Prevediamo una ripresa spettacolare dell'economia britannica.
Non siamo d’accordo in merito alla “recessione tecnica”, ma
è pur vero che l’economia del Regno Unito ha attraversato un periodo molto difficile. Tuttavia, i PMI indicano che la crescita è già ripartita. A nostro avviso, questa ripresa sarà favorita dal miglioramento della fiducia dei consumatori.
I dati scontano un netto calo dell’inflazione annuale nei prossimi mesi, grazie alla flessione dei prezzi dell’energia, all’apprezzamento della sterlina che fa scendere i prezzi delle importazioni e al venir meno della distorsione provocata dagli sconti delle carte fedeltà dei supermercati. Il calo dell’inflazione complessiva rafforzerà l’impatto positivo della crescita dei salari reali e incoraggerà i consumatori a invertire l’accumulo di risparmio precauzionale in atto.
Tuttavia, viste le prospettive economiche favorevoli, le pressioni sulla Bank of England affinché tagli i tassi d’interesse vengono meno. L’istituto può anzi attendere che gli aumenti salariali attualmente elevati diminuiscano, il che probabilmente avverrà nella seconda metà dell’anno.
I tassi ipotecari, che sono legati ai tassi d’interesse a cinque anni, sono già scesi e, grazie all’occupazione elevata e alla crescita dei salari reali che sostengono la domanda, l’attività sul mercato immobiliare ha registrato una ripresa. Ci aspettiamo che i prezzi delle abitazioni aumentino nel prossimo futuro.
Questa svolta prevista per l’economia britannica non influirà direttamente sui mercati azionari del Regno Unito né sui Conservatori alle prossime elezioni. L’orientamento internazionale del FTSE 100 diluisce gli effetti positivi della ripresa del Regno Unito e, data la sua composizione settoriale, difficilmente l’indice beneficerà dei guadagni delle azioni globali. Il calo dell’inflazione e il miglioramento della crescita ridurranno lo svantaggio dei Conservatori nei sondaggi, ma è improbabile che siano sufficienti a cambiare il risultato delle elezioni. Il prossimo governo potrà contare su un dinamiche economiche favorevoli.
Figura 3: La crescita del Regno Unito accelererà nel 2024
Fonte: previsioni di Bloomberg e Columbia Threadneedle Investments, dati al 26 febbraio 2024. Le stime e le previsioni vengono fornite a scopo puramente illustrativo. Non costituiscono una garanzia di risultati futuri e le decisioni d’investimento non devono fare affidamento su di esse. Le stime si basano su ipotesi e sono soggette a modifiche senza preavviso.
Crescita europea in lenta ripresa nel 2024
Alla vista dei dati manifatturieri tedeschi è facile cadere preda di un pessimismo eccessivo per quanto riguarda le prospettive dell’economia europea. Il settore manifatturiero è una nota dolente a livello globale e un altro fattore è rappresentato dalla debolezza delle esportazioni tedesche verso la Cina.
I dati più ampi mostrano invece che in Europa l’inflazione sta
scendendo rapidamente, che i salari reali hanno iniziato a
riprendersi dagli effetti della crisi energetica e che la fiducia dei consumatori è in aumento. Ciò è sufficiente a sostenere una crescita modesta. Anche i tagli dei tassi sosterranno la ripresa, nonostante la BCE sia intenzionata ad aspettare un’evidente tendenza al ribasso degli aumenti salariali.
A nostro avviso, il netto incremento dell’occupazione in Europa indica uno spostamento dell’equilibrio economico. La crescita, l’inflazione e i tassi d’interesse sono destinati ad attestarsi su livelli superiori a quelli precedenti, che erano molto bassi, il che limiterà il margine di manovra per i tagli dei tassi in Europa.
Figura 4: Salari reali in ripresa nell'Eurozona
Fonte: Columbia Threadneedle e Société Générale, dati al 14 gennaio. Le stime e le previsioni vengono fornite a scopo puramente illustrativo. Non costituiscono una garanzia di risultati futuri e le decisioni d’investimento non devono fare affidamento su di esse. Le stime si basano su ipotesi e sono soggette a modifiche senza preavviso.
Siamo ottimisti per quanto riguarda i mercati finanziari, ma i rendimenti saranno probabilmente modesti.
Quanto alle azioni, non crediamo che le valutazioni elevate,
soprattutto nel mercato USA, precluderanno guadagni nel
contesto della ripresa dell’economia e del calo dell’inflazione
e dei tassi. Tuttavia, limiteranno senz’altro i rendimenti.
Le obbligazioni offrono invece rendimenti reali interessanti e “privi di rischio”. Ciononostante, probabilmente la maggiore offerta di titoli di Stato dovuta all’aumento dei disavanzi di bilancio e alla riduzione degli acquisti delle banche centrali continuerà a far apparire convenienti le obbligazioni al fine di attrarre investitori.
Visti i tassi d’interesse elevati e l’inflazione in calo, i rendimenti interessanti della liquidità indurranno alcuni investitori a restare fuori dal mercato. Ciò contribuirà a sostenere i mercati, soprattutto quando i tassi scenderanno.