Negli ultimi cinque anni l’investimento
responsabile è fortemente cresciuto.
Tuttavia, negli ultimi sei mesi la
traiettoria è divenuta molto più ripida.
Stando a Google Analytics, in tutto il
mondo le ricerche online incentrate
sull’acronimo “ESG” (environmental,
social and governance, ossia temi sociali,
ambientali e di governance) hanno
raggiunto il picco nel marzo 2021 (Figura 1).
Questa crescita risulta evidente nelle
trascrizioni societarie anche in relazione
all’aumento dell’uso di temi ESG (Figura 2).
Figura 1: Riscontri in Google Analytics di ricerche relative a ESG
Fonte: Google Analytics, maggio 2021. I dati rappresentano
l’interesse di ricerca rispetto al punto più alto del grafico in
relazione a una determinata regione e data. Un valore di 100
equivale al massimo della popolarità. Un valore di 50 indica
che la popolarità del termine è pari alla metà. Zero indica
l’assenza di dati sufficienti per tale termine.
Figura 2: Temi chiave di IR compaiono sempre più spesso nelle trascrizioni societarie
Fonte: Alphasense (sinistra) e Morgan Stanley (destra), ad aprile 2021.
Uno dei fattori che hanno permesso tale crescita straordinaria è stato il
forte supporto politico, soprattutto in
Europa. In questa regione la costruzione
di infrastrutture verdi ha registrato uno
sviluppo decisamente notevole. L’Unione
europea è stata una delle prime economie
che si è assunta l’impegno di raggiungere
la neutralità carbonica – entro il 2050;1
la regione ha inoltre pubblicato i piani
d’investimento più ambiziosi al fine
di favorire la transizione verde. Alcuni
osservatori stimano che per raggiungere
gli obiettivi fissati dall’UE nei prossimi
30 anni sarà necessario spendere fino a
EUR 7.000 miliardi in infrastrutture,
e che di questi circa EUR 3.000 miliardi
proverranno da fonti private.2
Il 2050 sembra una data lontana, ma
l’UE mira a trasformare rapidamente la
propria economia. Il Green Deal, pietra
angolare della transizione europea verso
un futuro a basse emissioni di carbonio, punta a una riduzione del 50-55% delle
emissioni di carbonio entro il 2030 rispetto
ai livelli del 1990.3 Questo obiettivo
non sarà raggiunto solo tramite nuovi
progetti; anche la riconversione di aree
industriali dismesse fornirà un supporto
chiave agli investimenti sostenibili.
L’enorme appetito dell’Europa per
gli investimenti in infrastrutture verdi
genererà senza dubbio significative
opportunità d’investimento. Considerati
gli obiettivi del Green Deal, la carenza
di investimenti è pari all’incirca a EUR
470 miliardi all’anno da qui al 2030.4
Una tale cifra renderà necessarie
sostanziose iniezioni di capitale privato
da affiancare alla spesa pubblica e agli
incentivi, il che creerà enormi opportunità
d’investimento nell’arco di diversi anni.
Accanto ai benefici per l’ambiente,
gli investimenti in infrastrutture verdi
possono generare vantaggi economici imprimendo slancio all’attività economica:
un recente studio dell’FMI5 ha concluso
che ogni dollaro speso per attività a
emissioni zero genera oltre un dollaro in
attività economica; inoltre, questo effetto
moltiplicatore positivo permane per
almeno quattro anni e l’impatto sull’attività
economica risulta essere da due a sette
volte superiore a quello proveniente
da misure dannose per l’ambiente.
Politiche che guidano la trasformazione
L’Europa si prepara a dare impulso alla
ripresa economica dopo il Covid-19
e ha pertanto potenziato i suoi piani
d’investimento in infrastrutture verdi.
Affiancandosi al Green Deal, il piano di
rilancio dell’UE assegna alla transizione
climatica un ruolo centrale nel favorire
la ripresa e la crescita economica della
regione, puntando a creare i lavori del
futuro e generando un impatto positivo
sul clima e sulla sostenibilità tramite
misure che comprendono la riduzione delle
emissioni, l’aumento dell’autosufficienza
energetica e bollette più basse.
A supporto del suo Green Deal, l’UE
intendeva inizialmente mobilitare almeno
EUR 1.000 miliardi in investimenti pubblici
e privati entro il 2030, ma il pacchetto
di stimolo messo a punto per mitigare
l’impatto economico della pandemia
ha fatto lievitare tale cifra. Le misure
aggiuntive di stimolo incluse nel piano per
la ripresa dell’UE per il periodo 2021-2027
dovrebbero attestarsi complessivamente
a circa EUR 1.850 miliardi, di cui un
quarto circa potrebbe essere destinato a
investimenti legati alla transizione.6 Si è
inoltre deciso di inserire nel Green Deal
il Fondo per una transizione giusta da
EUR 17,5 miliardi per mitigare l’impatto
della transizione climatica europea
sull’economia e sull’occupazione.7
La Tassonomia verde dell’UE contribuirà
a far confluire gli investimenti privati
verso infrastrutture eco-sostenibili. Tale
tentativo ambizioso di classificare le
attività economiche in base alla loro
sostenibilità intende esercitare un impatto
sulle modalità di allocazione del capitale
privato, un obiettivo perseguito anche con
il sistema meno prescrittivo dei 17 Obiettivi
di sviluppo sostenibile (SDG) delle Nazioni
Unite. Gli sforzi richiesti per raggiungere
gli SDG potrebbero creare opportunità di
mercato su scala globale pari a oltre USD
12.000 miliardi8 in quattro aree chiave
– salute e benessere, città, energia e
materiali e alimentazione e agricoltura.
I quattro principali temi d’investimento
Nell’ambito specifico delle infrastrutture
europee, i quattro più importanti temi
d’investimento costituiscono una parte
integrante del programma del Green Deal.
1. Energie rinnovabili
Il programma prevede entro il 2030 il raddoppio dell’elettricità generata da fonti rinnovabili al fine di raggiungere gli obiettivi di riduzione delle emissioni. Rispetto ai livelli di partenza, ciò implica un massiccio aumento dei tassi d’investimento delle utility europee in capacità di produzione di energia rinnovabile e reti elettriche. Stando alle ricerche condotte dalla società di consulenza AT Kearney, in Europa gli investimenti in fonti di energia rinnovabili salirà da EUR 60 miliardi nel 2020 a EUR 90 miliardi nel 2022. Entro il 2030, gli investimenti complessivi in capacità eolica e solare raggiungeranno almeno EUR 650 miliardi e potrebbero salire fino a EUR 1.000 miliardi.9 Ciò imprimerà probabilmente forte slancio alle valutazioni europee, soprattutto considerato il netto aumento della domanda dovuto alla sostituzione dei combustibili fossili con l’elettricità nel settore dei trasporti. Di conseguenza, aumenteranno anche gli utili di società di apparecchiature come il produttore di turbine danese Vestas, che lo scorso anno ha dichiarato una redditività del capitale impiegato intorno al 20%.10
Il programma prevede entro il 2030 il raddoppio dell’elettricità generata da fonti rinnovabili al fine di raggiungere gli obiettivi di riduzione delle emissioni. Rispetto ai livelli di partenza, ciò implica un massiccio aumento dei tassi d’investimento delle utility europee in capacità di produzione di energia rinnovabile e reti elettriche. Stando alle ricerche condotte dalla società di consulenza AT Kearney, in Europa gli investimenti in fonti di energia rinnovabili salirà da EUR 60 miliardi nel 2020 a EUR 90 miliardi nel 2022. Entro il 2030, gli investimenti complessivi in capacità eolica e solare raggiungeranno almeno EUR 650 miliardi e potrebbero salire fino a EUR 1.000 miliardi.9 Ciò imprimerà probabilmente forte slancio alle valutazioni europee, soprattutto considerato il netto aumento della domanda dovuto alla sostituzione dei combustibili fossili con l’elettricità nel settore dei trasporti. Di conseguenza, aumenteranno anche gli utili di società di apparecchiature come il produttore di turbine danese Vestas, che lo scorso anno ha dichiarato una redditività del capitale impiegato intorno al 20%.10
2. Mobilità verde
La transizione verso l’energia elettrica nel settore dei trasporti è un elemento centrale del Green Deal, che prevede che entro il 2030 almeno 30 milioni di automobili a zero emissioni circoleranno sulle strade europee,11 i viaggi su treni ad alta velocità in tutta Europa raddoppieranno e l’intero trasporto di massa pianificato per viaggi inferiori a 500 chilometri avrà probabilmente un impatto neutro in termini di emissioni di carbonio.12
La transizione verso l’energia elettrica nel settore dei trasporti è un elemento centrale del Green Deal, che prevede che entro il 2030 almeno 30 milioni di automobili a zero emissioni circoleranno sulle strade europee,11 i viaggi su treni ad alta velocità in tutta Europa raddoppieranno e l’intero trasporto di massa pianificato per viaggi inferiori a 500 chilometri avrà probabilmente un impatto neutro in termini di emissioni di carbonio.12
Per alcune società questi target offrono
immediate opportunità di generare
rendimenti interessanti. I produttori
di attrezzature ferroviarie sono ben
posizionati per beneficiare del Green Deal,
sebbene una più rapida transizione verso
veicoli elettrici creerà sfide significative
per le case automobilistiche che dovranno
sviluppare nuovi veicoli e assicurare
una sufficiente capacità delle batterie.
3. Idrogeno come futura fonte di energia
In qualità di fonte di energia pulita, l’idrogeno è divenuto oggetto di crescente interesse malgrado sia più caro di altre fonti. Il costo del cosiddetto “idrogeno verde”, ottenuto tramite l’elettrolisi dell’acqua utilizzando elettricità rinnovabile, è diminuito grazie al forte calo del costo dell’energia rinnovabile, ma resta sette volte più alto del costo dei combustibili fossili. L’idrogeno è inoltre difficile da immagazzinare e trasportare.13 Presenta tuttavia un enorme potenziale in aree in cui l’elettrificazione non risulta possibile, vale a dire nell’industria pesante, nel trasporto stradale e marittimo e nello stoccaggio stagionale, e l’UE mira ad accrescere la quota dell’idrogeno nel mix energetico della regione, facendola passare da meno del 2% attuale al 13-14% entro il 2050.14 Per realizzare tale potenziale saranno necessarie ampie misure di sostegno politico al fine di favorire gli investimenti. La Commissione europea stima che nel quadro del Sistema di scambio delle quote di emissioni dell’Unione europea il prezzo del carbonio dovrà aumentare dagli attuali EUR 30 a EUR 55-90 a tonnellata.15 Tra i progetti in via di realizzazione figura quello di Ørsted, impegnata nella costruzione di un impianto di idrogeno verde da 1 GW nel Mar del Nord olandese, che dovrebbe divenire operativo entro il 2030,16 nonché il progetto HyNet North West di Cadent nel Regno Unito, che ha ottenuto un finanziamento di GBP 72 milioni, provenienti in parte dal governo britannico, per la cattura e lo stoccaggio di carbonio e la produzione di idrogeno. Si spera che i nuovi finanziamenti accorceranno i tempi consentendo di giungere già entro il 2023 a una decisione finale d’investimento e permettendo alla fase iniziale del progetto di divenire operativa entro il 2025.17
In qualità di fonte di energia pulita, l’idrogeno è divenuto oggetto di crescente interesse malgrado sia più caro di altre fonti. Il costo del cosiddetto “idrogeno verde”, ottenuto tramite l’elettrolisi dell’acqua utilizzando elettricità rinnovabile, è diminuito grazie al forte calo del costo dell’energia rinnovabile, ma resta sette volte più alto del costo dei combustibili fossili. L’idrogeno è inoltre difficile da immagazzinare e trasportare.13 Presenta tuttavia un enorme potenziale in aree in cui l’elettrificazione non risulta possibile, vale a dire nell’industria pesante, nel trasporto stradale e marittimo e nello stoccaggio stagionale, e l’UE mira ad accrescere la quota dell’idrogeno nel mix energetico della regione, facendola passare da meno del 2% attuale al 13-14% entro il 2050.14 Per realizzare tale potenziale saranno necessarie ampie misure di sostegno politico al fine di favorire gli investimenti. La Commissione europea stima che nel quadro del Sistema di scambio delle quote di emissioni dell’Unione europea il prezzo del carbonio dovrà aumentare dagli attuali EUR 30 a EUR 55-90 a tonnellata.15 Tra i progetti in via di realizzazione figura quello di Ørsted, impegnata nella costruzione di un impianto di idrogeno verde da 1 GW nel Mar del Nord olandese, che dovrebbe divenire operativo entro il 2030,16 nonché il progetto HyNet North West di Cadent nel Regno Unito, che ha ottenuto un finanziamento di GBP 72 milioni, provenienti in parte dal governo britannico, per la cattura e lo stoccaggio di carbonio e la produzione di idrogeno. Si spera che i nuovi finanziamenti accorceranno i tempi consentendo di giungere già entro il 2023 a una decisione finale d’investimento e permettendo alla fase iniziale del progetto di divenire operativa entro il 2025.17
4. Patrimonio edilizio
Circa tre quarti dei 220 milioni di edifici nell’UE sono considerati inefficienti dal punto di vista energetico.18 Il piano di ripresa dal Covid-19 farà confluire sostanziosi investimenti nella riqualificazione di tali immobili, dal momento che il settore immobiliare è responsabile del 36% delle emissioni di gas serra e del 40% del consumo energetico dell’UE. I principali obiettivi del piano comprendono una riduzione del 60% delle emissioni di gas serra nel settore immobiliare entro il 2030 e un calo del 18% dell’energia utilizzata per impianti di riscaldamento e di aria condizionata. Per raggiungere tali obiettivi, il piano punta a raddoppiare il tasso di ristrutturazione degli edifici portandolo al 2% nel corso del prossimo decennio, il che richiederà un investimento di EUR 275 miliardi all’anno. Gli standard di efficienza energetica diverranno più severi.19
Circa tre quarti dei 220 milioni di edifici nell’UE sono considerati inefficienti dal punto di vista energetico.18 Il piano di ripresa dal Covid-19 farà confluire sostanziosi investimenti nella riqualificazione di tali immobili, dal momento che il settore immobiliare è responsabile del 36% delle emissioni di gas serra e del 40% del consumo energetico dell’UE. I principali obiettivi del piano comprendono una riduzione del 60% delle emissioni di gas serra nel settore immobiliare entro il 2030 e un calo del 18% dell’energia utilizzata per impianti di riscaldamento e di aria condizionata. Per raggiungere tali obiettivi, il piano punta a raddoppiare il tasso di ristrutturazione degli edifici portandolo al 2% nel corso del prossimo decennio, il che richiederà un investimento di EUR 275 miliardi all’anno. Gli standard di efficienza energetica diverranno più severi.19
Questi temi sono in linea con le
opportunità che ravvisiamo nel settore
delle infrastrutture; in particolare negli
ultimi 12 mesi questi temi sono stati
associati a metodi di decarbonizzazione
quali la cattura del carbonio e a
soluzioni legate alla decarbonizzazione
(sia in aree industriali dismesse
che in relazione a nuovi progetti),
ovvero idrogeno e compensazione
delle emissioni di carbonio.
Thus, the supportive policy backdrop
is presenting sustainability-focused
openings within the small mid-cap nexusIl contesto politico favorevole offre pertanto
opportunità incentrate sulla sostenibilità
nel segmento delle small e mid cap..
Non trascuriamo gli aspetti sociali!
Il rapido progresso verso un’economia a
emissioni zero rischia di escludere alcune
fasce di popolazione, ad esempio coloro
che non sono in grado di riqualificarsi nei
settori a basse emissioni di carbonio o che
non possono accedere ai vantaggi offerti
dal nuovo sistema energetico. L’iniziativa
per una transizione giusta (Just Transition)
prende atto delle implicazioni sociali del passaggio a un’economia a emissioni zero
nelle aree di occupazione e formazione
e nel lavoro con le comunità e punta ad
assicurare che nessuno resti indietro
(Figura 3). La collaborazione con le società
incluse nel portafoglio, presenti e future,
finalizzata alla creazione di una transizione
equa per i collaboratori riveste per noi la
massima importanza, e le strategie volte
a garantire esiti sociali positivi sono parte
integrante dei nostri piani aziendali.
Figura 3: Occupazione globale nel settore della fornitura energetica nel percorso verso la neutralità carbonica, 2019-2030
Fonte: International Energy Agency, 2019.
In prospettiva, la spinta in atto in Europa
per rendere l’economia della regione
più ecocompatibile genererà una nuova
gamma di opportunità di investimento nelle
infrastrutture. Le autorità europee sono
consapevoli che non potranno raggiungere
i propri obiettivi di neutralità carbonica
senza il supporto degli investimenti
privati. Considerata l’ambiziosa tabella
di marcia del Green Deal nei prossimi
10 anni, questo è il momento giusto per
esplorare i principali temi d’investimento.